Raffaella D’Alterio, 52 anni di Qualiano, fu arrestata il 26 giugno del 2012. Si trova nel regime di “carcere duro” dal 25 giugno scorso, dopo la condanna per gli omicidi di Antonio Sarappa e Carmine Starace ed è ritenuta responsabile anche dell’omicidio del marito, il boss di Qualiano Nicola Pianese, freddato nel settembre del 2006 a Varcaturo dai sicari che la D’Alterio stessa, avrebbe assoldato, per eliminare un “capo scomodo”. Negli anni in cui Nicola Pianese si trovava in carcere, la cosca qualianese, grazie alla gestione di Raffaella D’Alterio, detta ‘a miciona, si era evoluto in una direzione che il boss Nicola Pianese detto ‘o mussuto, non gradiva. Dopo la sua scarcerazione era tornato a gestire la cosca, ma intorno a lui, cominciavano a covarsi troppi malumori, tra cui quelli della consorte che, insieme all’amante Pasquale Russo detto ‘o cartunaro, decisero di eliminarlo. L’omicidio di Nicola Pianese avvenne la sera del 14 settembre 2006.
L’uccisione del boss creò inizialmente scompiglio. Alcuni dei suoi fedelissimi, decisero di prendere in mano le redini del clan e combattere l’ascesa della “miciona”. La scissione, capeggiata da Paride De Rosa, si manifesto fin da subito, con l’uccisione di Pasquale Russo, pochi mesi dopo la morte del boss. Seguirono un’altra serie di delitti, su entrambi i fronti, tra cui quello di Armando Alderio, cognato del boss, Antonio Sarappa e Carmine Starace e del giovane 19enne Stefano Falco.
La capo clan rimase vittima di un agguato nel febbraio del 2009, assalita da due sicari mentre stava entrando nella propria vettura, una Fiat Panda, a pochi passi dalla sua abitazione. Nonostante il raid, la miciona se la cavò miracolosamente. Nel frattempo era già partita l’offensiva della procura Partenopea che, con una serie di arresti, cominciava ad abbattere lentamente il clan. A soccombere per primi, furono quelli dell’ala sciossionista di Paride De Rosa, fedelissimo del boss Nicola Pianese. De Rosa venne arrestato insieme ad altri fedelissimi, poi fu la volta del figlio del boss Nicola Pianese Junior, Bruno D’Alterio e Raffaella D’Alterio. La miciona finì in manette del giugno del 2012. Nel frattempo il fratello Bruno aveva già deciso di collaborare con la giustizia. Tra i primi a diventare pentito, c’è Giovanni Chianese detto ‘o malato, che aprirà la strada agli inquirenti per sgominare, piano piano, l’intero clan. In tutto sono già state comminate pene per centinaia e centinaia di anni di carcere. Molti processi però devono ancora concludersi, per altri è solo il primo passo. Ma col passare dei mesi, la Procura partenopea, insieme alle forze dell’ordine, carabinieri e polizia, hanno fatto terra bruciata intorno al clan, cercando di ristabilire l’ordine e la legalità, in un territorio, che per troppi anni ha vissuto sotto l’ombra di un clan feroce e vendicativo.