La zona d'azione comprendeva il controllo di interi quartieri milanesi, talvolta con la presenza di posti di blocco ben circoscritti e sorvegliati da membri della banda, in cui rappresentanti della polizia di stato venivano rapinati e denigrati, colpevoli di aver diverse volte suonato il campanello di casa del padre e della madre di Vallanzasca in via Porpora e di aver minacciato di morte e insultato al citofono lo stesso Renato Vallanzasca tramite appunto i suoi genitori. Le attività principali consistevano in rapine, sequestri di persona e traffico di armi.
Nonostante la banda della Comasina si sia macchiata di efferati delitti e abbia segnato in modo molto negativo la storia della città di Milano, i criminali che ne facevano parte non hanno mai avuto alcun contatto rilevante con il mondo della grossa criminalità organizzata italiana, al contrario della banda di Francis Turatello o di altre bande cittadine come la Banda della Magliana di Roma o la Mala del Brenta di Felice Maniero di Venezia.