Screenshot 2024 10 18 at 15 28 52 unabomber italiano Cerca con GoogleLa storia di Kaczynski fece il giro del mondo e giunse rapidamente anche in Italia. Forse spinto da un tentativo di emulazione, ecco che l’unabomber italiano ha avviato il suo gioco perverso nel Nord Est del paese a partire dal 21 agosto 1994 alla sagra degli Osei a Sacile, in provincia di Pordenone. Lasciò un tubo bomba nei pressi della fontanella che nello scoppio ferì una mamma e le sue due figlie.

Questo fu ancora un caso isolato che non destò preoccupazione né tantomeno gli inquirenti lo collegarono ad un possibile attentatore seriale. Ma gli attentati andarono avanti: centro commerciale di Pordenone, chiesa di Aviano, due ordigni ad Azzano Decimo durante la sfilata di Carnevale e poi spiaggia di Lignano Sabbiadoro sotto ad un ombrellone.

L’allora sostituto Procuratore di Venezia, Felice Casson, fece raffrontare i vari ordigni dagli artificieri e il responso non lasciò dubbi: la mano era sempre la stessa. Nel 1996 si ebbe quindi la certezza che anche in Italia stava agendo una persona con modalità simili a quelle dell’unabomber americano. Crebbe così nel paese la psicosi e per 4 anni non si verificarono casi. Unabomber tornò però a colpire il 6 luglio del 2000, sempre a Lignano Sabbiadoro, lasciando un tubo metallico sul bagnasciuga che ferì un carabiniere in pensione.

Da quel momento la strategia cambiò: non più tubi ma bombe in oggetti più piccoli e impensabili che vengono piazzati soprattutto nei supermercati come pacchi di uova o salsa di pomodoro. Gli attentati cessarono nel 2006 con l’ultimo ordigno che fu piazzato lungo l’argine del fiume Livenza. Saranno oltre 30 le bombe piazzate a cavallo tra gli anni 90 e 2000.