Si comincia a pensare che si sia trattato del gesto sconsiderato di un tossicodipendente in cerca di denaro per la dose quotidiana, ma dall’abitazione non è stato portato via denaro né oggetti di valore. Tante restano le domande: perché recarsi in quella casa, 3 giorni prima della mattanza, rischiando di mettere in allarme la famiglia? Forse, per fare un sopralluogo? Si è trattato di un’azione pianificata o di una reazione estemporanea dell’aggressore? Perché, mentre la legava, è stato gentile con la signora Aprile per poi accanirsi sui figli? Mentre si trovava in camera da letto insieme a Fiorella, le aveva detto: “La preghi dopo tua madre”. Come faceva a sapere chi fosse la donna raffigurata nel quadro? Qual era il vero obiettivo della sua furia omicida? Perché non è scappato subito, ma solo dopo che la padrona di casa è riuscita a chiedere aiuto, correndo il rischio di essere bloccato da qualcuno? E cosa aveva fatto in casa subito prima di uscire?
Sono passati 37 anni e tutto tace, neanche un piccolo passo avanti è stato fatto verso la verità. Il piccolo Cristiano Aprile, la sera prima del massacro, aveva detto alla sua mamma che voleva travestirsi da angelo e probabilmente ora guarda e protegge la sua famiglia da lassù, mentre il suo assassino gira indisturbato per le strade della città.