Sulla scena del crimine non ci sono impronte, aspetto stranissimo visto che il killer si è ritrovato nel mezzo di un lago di sangue, così come non ci sono segni di effrazione, ma a tal proposito va sottolineato un dettaglio assai importante: la porta sul retro è chiusa dall’interno, quindi l’aggressore è fuggito dall’ingresso principale. Nonostante a quell’ora via del Proconsolo fosse già piena di gente, nessuno nota qualcuno o qualcosa di strano.

La polizia esclude che si tratti di un omicidio a scopo di rapina poiché dal negozio non manca nulla, le indagini allora si concentrano sul gesto di un folle: alcuni passanti dichiarano di aver visto quella mattina una signora bionda, sui 60 anni, camminare avanti e indietro in via del Proconsolo con le mani giunte quasi come se stesse pregando. A poche ore dal delitto la sospettata viene identificata in via Borgo Ognissanti e, quando gli agenti le chiedono i documenti, accade il primo colpo di scena: alla donna cade un ombrello marrone sporco di sangue. Viene portata in questura e interrogata per ore: non sa spiegare il perché di quelle tracce ematiche e ammette di essere stata in via del Proconsolo, ma solo per andare in farmacia. Il test del DNA la scagionerà definitivamente: il sangue sull’ombrello non appartiene a Gianfranco Cuccuini.

Si comincia allora a seguire la pista del delitto passionale, scavando nella vita privata di Cuccuini, perché chi uccide con tale violenza (overkilling) non può che essere legato in qualche modo alla vittima. Tuttavia, dalle indagini non emerge nulla: pare proprio che non vi sia ombra alcuna nella vita sentimentale del geometra. Anche se non è mai stato provato, è quasi sicuro che la vittima conoscesse il suo carnefice. Fatto sta che, a distanza di 27 anni, il barbaro omicidio di Gianfranco Cuccuini resta uno dei tanti misteri italiani.

Screenshot 2024 11 18 at 11 00 09 Lomicidio irrisolto di Gianfranco Cuccuini ucciso nel Palazzo della Curia a Firenze Scena Criminis