Ma chi era la vittima? Risalire alla sua identità è un’impresa piuttosto difficile, tuttavia gli esami riescono a fornire alcuni dettagli. La donna aveva dai 20 ai 35 anni, carnagione chiara, corporatura normale, altezza tra 171 e 179 centimetri. Era una fumatrice, aveva i capelli lunghi di colore biondo ma tinti di rosso. Indossava un gilet di cotone colore carta da zucchero con bottoni intarsiati, un giubbotto nero con la scritta “HISTORY”. Calzava un anello su cui sono riportate le scritte “edna” e “925”. Le unghie erano pitturate con dello smalto rosso e tre cerchietti di colore argento.

Nonostante tutte queste specifiche, nessuno si fa avanti dichiarando di riconoscerla.

Un vero mistero. Probabilmente la ragazza non era italiana, in quanto non risulta nessuna corrispondenza negli archivi degli scomparsi. Forse veniva dall’estero, forse c’è ancora qualcuno che la cerca e si domanda che fine abbia fatto, non sapendo che è finita nelle grinfie di uno psicopatico mutilatore che ha abbandonato i suoi resti in un campo. In mancanza di ulteriori elementi il caso finisce tra gli archiviati.

Nel 2016 la trasmissione “Chi l’ha visto?” torna a parlarne e grazie all’aiuto dei telespettatori riesce a scoprire un dettaglio importante. Quel “gancetto” incastrato nella spalla del cadavere sarebbe in realtà una molla a piantino. In sostanza si tratta di quell’accessorio che viene inserito nelle aste in legno degli ombrelli e permette di aprirli e chiuderli. Ma chi poteva avere quell’oggetto nella sua forma originale? Qualcuno che lavora nel settore?

Le risposte a queste domande potrebbero rivelarsi cruciali per la soluzione di questo atroce delitto, tuttavia per il momento gli interrogativi restano aperti.